Alfa Romeo Junior: un flop annunciato o il sospirato modello del rilancio?

Alfa Romeo Junior: auto chiacchierata, discussa, oggetto di controversia pure con il ministro delle imprese e del made in Italy. Sarà un flop annunciato oppure si tratta del modello che segnerà il sospirato rilancio del brand?

In questo articolo vorrei provare a fare una disamina su quelli che a mio parere sono i problemi dell’auto in oggetto. Facciamo però prima una breve presentazione del modello: Alfa Romeo Junior rappresenta il secondo modello di questo ennesimo rilancio del marchio, iniziato con Tonale seguito da Milano, divenuta Junior in seguito a polemiche relative all’”Italian Sounding” (modello si chiama Milano ma è prodotto in Polonia). Non ho tenuto conto dei modelli più recenti come le versioni GTA e GTAm di Giulia e la 33 stradale in quanto c’entrano ben poco con il modello di questo articolo: sono esemplari in serie limitata, costosissimi (aggiungo un suonante purtroppo) e non vedremo mai nelle strade perché verranno gelosamente custoditi in qualche garage assieme ad un’infinità di altre auto esclusive. Insomma, si tratta di modelli per pochi collezionisti e non per le vendite di massa.

Alfa Romeo Junior dicevamo, è il B-Suv del biscione, lungo 4,17 metri e largo 1,78, si colloca nel segmento B, andando a sostituire l’Alfa Romeo MiTo, uscita dai listini nel 2018 (il tempismo nel colmare i vuoti di segmento: 2018 – 2024 senza segmento B). La Junior viene proposta al lancio in versione Mild-Hybrid con il 1.2 Pure Tech da 136 cavalli oppure Full Electric da 156 cavalli. Successivamente uscirà il modello 4×4 ibrido, sempre da 136 cavalli, e la Veloce totalmente elettrica da 280 cavalli. Non andrei oltre con le descrizioni, ormai ne hanno parlato tutti e lo si è già visto nelle video-recensioni sulle principali testate automobilistiche. Vorrei provare ad argomentare alcune problematiche lette su alcuni (per non dire maggior parte) commenti di appassionati e  provare a  raccontare quelli che per me sono i due problemi principali di questo modello. Ma andiamo con ordine: le cause principali di lamentela sono il fatto che è un SUV e che è basato sulla piattaforma CMP del Gruppo Stellantis, già utilizzata su una moltitudine di modelli “generalisti” del Gruppo.

Partiamo dal primo punto: è un SUV ed è abbastanza evidente come sia la tendenza di Alfa Romeo nel concentrarsi su questo tipo di auto. Lasciando stare le versioni speciali, i modelli presentati negli ultimi 10 anni sono Giulia, Stelvio, Tonale e Junior. 3 di queste 4 auto sono SUV per cui è evidente il fatto che si voglia puntare su questa categoria di automobili ed il motivo è facilmente comprensibile: il mercato chiede SUV ed essendo Alfa Romeo una casa costruttrice di auto deve adeguarsi al mercato, possibilmente cercando di mantenere le caratteristiche di sportività che negli anni l’hanno contraddistinta. Nei primi 6 mesi del 2024 tra le 20 auto più vendute in Europa metà sono SUV / Crossover e non è un segreto che Alfa Romeo ha bisogno di guadagnare quote di mercato per continuare a “sopravvivere” (perché è di sopravvivenza che si parla con una media di 3 modelli a listino negli ultimi 20 anni) non essendo un marchio esclusivo o di nicchia. La scelta è stata dunque trainata dalla domanda di mercato: la gente vuole il SUV e Alfa produce il SUV.

Secondo aspetto: piattaforma CMP. Il cosiddetto “rebranding” è una pratica comunemente diffusa tra i produttori di auto di condividere componenti tra vetture al fine di ridurre costi di sviluppo e sfruttare le economie di scala. Ad oggi le automobili hanno raggiunto una complessità tale che lo sviluppo di una nuova piattaforma richiede un investimento pari a circa 1 miliardo di euro (cifra spesa per la piattaforma Giorgio utilizzata per Alfa Romeo Giulia e Stelvio prima e condivisa poi con altre auto del gruppo). Uno sviluppo di una nuova piattaforma per una sola auto risulta quindi impensabile se si vogliono fare grandi numeri nelle vendite e alti profitti. Il ragionamento sarebbe diverso ad esempio per auto lussuose ed esclusive come Ferrari, Lamborghini oppure ancora più estreme come Pagani: i pochi volumi di vendite sono sufficienti e a ripagare i costi di sviluppo sostenuti grazie agli alti prezzi tali da coprire i costi sostenuti. Va anche detto che la pratica di “rebranding” è ampiamente sfruttata in moltissimi altri casi come ad esempio la Cupra Formentor, auto che a mio parere si avvicina di più alla filosofia Alfa Romeo, in particolare alla Tonale. La Formentor è costruita sulla piattaforma modulare MQB (“Modularer querbaukasten”) sulla quale sono costruite anche, tra le altre, la Volkswagen Golf VII e VIII, Audi TT, Seat Ibiza, Audi Q2, Skoda Octavia ecc. Un altro esempio è la piattaforma FAAR (Frontantriebsarchitektur) utilizzata per tutte le auto a trazione anteriore del gruppo BMW, tra le quali X1, X2, Serie 1, Mini ecc. Purtroppo nel caso di Alfa Romeo Junior la questione della piattaforma fa storcere il naso in quanto si tratta di una derivazione PSA ma, purtroppo, in tempi di repentina evoluzione del mercato automobilistico bisogna accontentarsi di quello che c’è, nella speranza che in Alfa Romeo abbiano apportato le giuste modifiche per togliere un po’ di carattere francese a favore di un spirito più sportivo.

A mio avviso dunque, i veri problemi di Junior non sono il fatto che è un suv sviluppato sulla piattaforma CMP ma sono altri due: motorizzazioni non adeguate e prezzo ormai fuori target.

Partiamo dalla prima: se è vero che in qualche modo riusciamo ad accettare, a fatica, il fatto che l’architettura sia quella condivisa con altri modelli del gruppo è anche vero che difficilmente si riesce a farsi andare bene l’utilizzo del solo motore 1.2 PureTech da 136 cavalli, la medesima configurazione della Peugeot 2008 (la versione elettrica non ha neanche senso considerarla per come sta andando il mercato). Alfa Romeo meriterebbe qualche carattere distintivo, quanto meno per rendere giustizia a tutte le pubblicità di sportività e dinamicità, caratteristiche distintive del marchio. Sarebbe bastato anche il medesimo motore ma in una configurazione specifica con qualche cavallo in più, un po’ com’è stato fatto con il 1.5 di Tonale in versione 160 cavalli. In questo modo, pur condividendo altre componentistiche, la guidabilità e il carattere dell’auto sarebbero stati distintivi e diversi rispetto agli altri modelli del gruppo. Nel passato più recente, pur condividendo alcune componenti con altri modelli, le Alfa Romeo sono state contraddistinte da alcuni motori (o configurazioni) specifici per i modelli: il 1750 di Giulietta, il 1.4 da 170 cavalli della MiTo e tutti i motori di Giulia e Stelvio. Dotare Junior di 160 / 180 cavalli avrebbe contraddistinto il modello rispetto a tutte le concorrenti del gruppo come Peugeot 2008, DS 3, Citroen C4 e Opel Mokka.

Da qui mi collego con quello che reputo essere il secondo problema di Junior: il target di mercato sta sostanzialmente svanendo. Alfa Romeo negli anni si è mantenuta in vita vendendo principalmente in Italia. A giugno 2024 sono state immatricolate in Europa 3.649 Alfa Romeo contro le 5.169 del medesimo periodo 2023. Giusto per dare un ordine di grandezza, a giugno 2024, in Europa, sono state immatricolate 51.978 Peugeot. Delle 3.649 Alfa Romeo 1.358 sono in Italia per cui il mercato italiano vale circa il 37% delle immatricolazioni totali del brand. Andando a guardare le statistiche delle vendite del segmento B-SUV in Italia si può notare come non siano presenti, tra i primi 10 modelli, marchi premium. Nel 2023 le B-Suv più vendute erano: Toyota Yaris Cross, Volkswagen T-Roc, Renault Captur, Ford Puma, Daca Duster, Jeep Renegade, Peugeot 2008, Fiat 500x, Jeep Avenger e Volkswagen T-Cross. Nel primo semestre 2024 la classifica contiene i medesimi modelli (a posizioni invertite) con la sola uscita della T-Cross a favore della MG ZS. Nelle prime posizioni non ci sono dunque modelli “premium” come ad esempio Audi Q2, DS 3, Lexus LBX. Si tratta di un segmento agguerrito dal punto di vista dei prezzi dove i grandi numeri vengono fatti da modelli generalisti.

Mettendo insieme queste due “problematiche” si può dunque trarre una conclusione: una B-SUV che si vuole proporre come veicolo premium, non avendo alcun carattere distintivo rispetto alle altre auto generaliste del gruppo, in un segmento agguerrito dal punto di vista dei prezzi, che futuro può avere? Sarà un flop annunciato oppure si tratta del modello che segnerà il sospirato rilancio del brand? Io ovviamente auguro il meglio, non per schieramento verso il marchio ma semplicemente perché Alfa Romeo rappresenta un pezzo di storia dell’automobile e del mercato italiano. Spero quindi che i dati di vendita di Junior contraddicano questo articolo e vada meglio della concorrenza.


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