Veglia funebre ad Abarth

Pochi giorni fa (settembre 2024) al salone internazionale dell’auto di Torino è stata presentata in anteprima la nuova Abarth 600e. Questo nuovo SUV, o meglio eSUV, rappresenta il terzo modello a listino del brand Abarth e il primo Sport Utility Veichle in commercio per l’Europa. Precisazione necessaria in quanto pochi anni fa Abarth ha messo il modello Pulse, esclusivo per il mercato brasiliano il quale rappresenta il terzo mercato per importanza di tutto il gruppo Stellantis. Ma torniamo alla 600e Abarth e proviamo a fare una previsione su come andranno le vendite del modello e, di conseguenza, quale sarà il destino del brand dello scorpione (la mia idea è già nel titolo, purtroppo). Sarà una rinascita o una veglia funebre?

Il modello in questione va ad integrare la gamma di veicoli a listino, affiancando la 500 Abarth termica e la 500e Abarth elettrica. Dotata di un motore elettrico da 280 cavalli, il medesimo dell’Alfa Romeo Tonale e presumibilmente di quella che sarà la Lancia Ypsilon HF, si pone sul mercato come il modello più potente mai realizzato da Abarth. Per meglio comprendere come influirà questo modello sull’andamento del brand facciamo prima qualche passo indietro.

L’azienda è stata fondata a Bologna nel 1949 da Carlo Abarth (alla nascita Karl, ha poi cambiato nome in Carlo quando ha ottenuto la cittadinanza italiana) e da Armando Scagliarini. Il logo scelto per rappresentare il marchio è lo scorpione in quanto è il segno zodiacale di Carlo Abarth, è un disegno di difficile imitazione e soprattutto rappresenta quella che era e che è stata la filosofia di Abarth: “piccoli ma cattivi”. L’inizio dell’attività si è basato sulla produzione di auto da corsa (Cisitalia 204A Abarth Spider Corsa) e marmitte per auto in commercio. Nel 1956 viene commercializzata la “cassetta di trasformazione” per la Fiat 600: un kit di componenti e attrezzi per l’elaborazione in autonomia della Fiat 600. Nel corso degli anni successivi l’azienda continua il proprio sviluppo grazie a un gran numero di collaborazioni per lo sviluppo di auto da competizione ed elaborazione di auto stradali. Il marchio si afferma nel campo delle elaborazioni di auto F.I.A.T. tanto da entrare, nel 1971, a far parte di F.I.A.T. come marchio del Gruppo. Grazie alle competenze dei propri progettisti e ingegneri, va a supportare ed intensificare il reparto corse del gruppo automobilistico italiano. Esempi di collaborazioni in successi sportivi come reparto corse sono la Fiat 124 Abarth Rally, Fiat 131 Abarth Rally (campione mondiale costruttori 1977, 1978 e 1980), la 037 (campione mondiale costruttori 1983), la “Regina dei Rally” Lancia Delta HF (campione mondiale costruttoridal 1987 al 1992) e negli anni 90 con Alfa Corse e la vincente 155. Il 2007 è l’anno del rilancio con l’identificazione del brand Abarth come marchio a sé stante e il lancio della Punto Abarth. Gli anni 2000 rappresentano il più recente successo commerciale con la Punto Abarth prima, e la 500 Abarth poi.

Ora che siamo arrivati ai giorni nostri riprendiamo il discorso iniziale: la nuova Abarth 600e. Come da tradizione Abarth la 600e rappresenta un’elaborazione del modello FIAT 600 al quale è stata aggiunta più potenza, un’estetica accattivante (non entro nel merito dell’efficacia estetica, può piacere o no, è una valutazione soggettiva) e personalizzazioni specifiche.

Ma è veramente così? La Fiat 600 è uno dei modelli usciti nell’era Stellantis, nel periodo di maggior condivisione ed efficientamento delle risorse. La piattaforma su cui è costruita la 600 è la eCMP2, condivisa con altri modelli come DS 3, Alfa Romeo Junior, Jeep Avenger, Opel Mokka e Peugeot 2008. La versione Abarth è dotata di sospensioni specifiche e un motore full-electric da 280 cavalli, lo stesso di Alfa Romeo Junior Veloce e presumibilmente della Lancia Ypsilon HF. Abbiamo già qui una crisi d’identità di questo nuovo corso Abarth: non c’è una vera e propria personalizzazione di un modello “standard” ma è semplicemente un copia-incolla di altri modelli del gruppo già visti.

La lista dei contrasti con lo spirito Abarth che ha reso glorioso questo marchio continuano: nel breve excursus abbiamo visto il significato dello stemma: “piccoli ma cattivi”. La fiat 600 è lunga 4,17 mt., larga 1,78 e alta 1.52 per un peso di 1.520 kg, praticamente un SUV che pesa come una berlina. Giusto per capire l’evoluzione del “piccoli ma cattivi” la fiat 600 degli anni ’50 e ’60 era lunga 3,21 mt., larga 1,38 e alta 1,4 con un peso totale di 585 kg, quasi un terzo degli attuali 1.520.

Altro aspetto da considerare: Abarth è nata producendo marmitte ed elaborazioni per altri veicoli. L’Abarth 600 (nuova) le marmitte non le ha perché è elettrica e al loro posto ci sono delle casse che “riproducono” il suono del motore. Tra virgolette perché da quanto si è visto con la 500 Abarth elettrica il risultato è abbastanza deludente e le critiche non sono mancate.

Ultima criticità, a mio avviso, è il prezzo: si aggirerà intorno ai 45/50 mila Euro. Ricordo le Abarth anni 2000 dal prezzo abbordabile il cui mercato di riferimento erano ragazzi con la passione per le auto sportive (o per gli aperitivi? Vabbè, meglio di niente). La 600 Abarth richiede un budget da lavoratore/lavoratrice in carriera, presumibilmente di una certa età e ipotizzo con esigenze totalmente diverse da un’auto “tamarra”.

Un plauso va invece alla potenza, quasi doppia rispetto al modello “originale” Fiat che ha 156 cavalli elettrici. Le prestazioni saranno sicuramente di tutto rispetto ma siamo sicuri che possa essere definita una vera Abarth? Certo, il mondo dell’automotive si evolve e va avanti (dipende dai punti di vista), ma era veramente necessario “sporcare” Abarth con la 600 elettrica? L’appassionato risponderà “no”, il manager che si occupa far sì che le auto vengano vendute dirà “si”. C’è chi dice che il futuro sarà elettrico per cui bisogna andare in quella direzione, lo sta facendo anche Ferrari. Gli ultimi due modelli del Cavallino però hanno 12 cilindri e 4 scarichi al posteriore.

In conclusione, cosa potrà dare questa 600 elettrica al brand Abarth? Una possibile risposta ce la possono dare le vendite del brand: nel 2024 (gennaio – agosto) sono state vendute in totale, in Italia, 1.263 500 Abarth termiche e 110 500 Abarth elettriche. Non mancano cifre, sono proprio centodieci. Nel medesimo periodo dell’anno scorso le vendite erano 1.077 della sola 500 Abarth termica. Le vendite del brand sono dunque cresciute, grazie però alla sola Abarth termica che, nonostante i suoi 16 anni e i molti restyling sta continuando a mantenere in vita il marchio da quel ormai lontano 2008, con due piccoli aiuti dati dalla Punto Abarth e dalla 124 Abarth. Se applichiamo queste statistiche alla 600 Abarth non potrà che essere una tragedia, data la presumibile minore appetibilità del modello rispetto alla 500 che, almeno per dimensione, più si avvicina alla filosofia del brand. Se consideriamo poi che il modello FIAT fatica ad affermarsi, figuriamoci come può andare la sua versione costosa.

Vedremo nei prossimi mesi se le vendite saranno capaci di dare fiducia al brand o se questo modello darà il colpo di grazia a questo brand ormai 75enne.


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